“Non si usi il bisturi sui bambini intersessuali: si tratta di una pratica condannata dall’ONU che rischia di avere pesanti conseguenze”. Lo dichiara il senatore del Partito Democratico Sergio Lo Giudice che ha predisposto una interrogazione parlamentare.
“E’ successo al Policlinico universitario Paolo Giaccone di Palermo. La stampa lo ha definito ‘eccezionale intervento chirurgico’ descrivendo le fasi di un’operazione che ha visto la ricostruzione di un pene e l’asportazione di utero e vagina su un bambino di soli due anni. Ma solo il 2 settembre scorso il Comitato delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità ha ammonito l’Italia per le pratiche di mutilazione genitale intersex: si tratta di decisioni spesso irreversibili che andrebbero evitate nei primi anni di vita ma rimandate casomai a un momento successivo di maggiore chiarezza”.
“Già nel 2014 sia il rapporto Lunacek del Parlamento Europeo sia il Commissariato per i Diritti Umani del Consiglio d’Europa avevano ammonito a rispettare i diritti dei bambini intersex – ricorda Lo Giudice -. Che le caratteristiche cromosomiche o genitali di alcune persone non permettano di stabilire già alla nascita la classificazione maschio-femmina non deve autorizzare gli adulti a intervenire chirurgicamente su una persona che in età adulta, come tante volte accade, potrebbe sviluppare un’identità diversa dal sesso che gli è stato attribuito. Le Regioni e il Ministero della salute attivino un monitoraggio del fenomeno e un’azione di informazione rivolta alle famiglie per evitare a bambini in tenerissima età che una decisione non matura e non necessaria produca domani ulteriori sofferenze”.
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